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domenica 8 ottobre 2023

[Breaking Bad] – Season 01 – Un disegno per ogni episodio

Ultimamente si usa spesso la parola “nerd”. È in pratica diventata una categoria sia social che commerciale: è nerd tutto quello che ha a che fare (anche lontanamente) con fumetti, giochi, serie, film, …

Personalmente, bazzico queste cose da più di 30 anni ormai, quindi credo che nessun gatekeeper si offenda se penso di essere un nerd.

Tuttavia.

Tuttavia, se proprio devo dirlo, mi sono sempre più sentito un “otaku”. Per semplificare (molto), un otaku è un nerd ossessionato dalle sue passioni, uno che cataloga le cose, le studia, le mette in ordine, le approfondisce. Questo porta a un senso di frustrazione perenne, perché raramente puoi davvero conoscere tutto di qualcosa. Ma non è questo a fermare un otaku. Non so cosa possa fermare un otaku.

E veniamo ora a “Breaking Bad”. Tutt3 voi conoscete questa serie stupenda. Io sono qui solo per approfondire un aspetto in particolare, quello che all’inizio mi colpì maggiormente. Molto più della trama, dei personaggi, del tema, dello sviluppo.

Parlo della regia, della fotografia, delle luci.

In giro troverete tanti articoli su come il colore è stato usato in questa serie, ogni colore è associato a una particolare emozione e/o situazione:

-        il rosso alla violenza e all’aggressività,

-        il verde al denaro e all’avidità,

-        il bianco quando si presenta un intento puro,

-        l’arancione per il pericolo,

-        il blue per la sicurezza (la Blue Meth è purissima),

-        il nero per la morte, per i segreti (come il cappello di Heisenberg),

-        il giallo per la cautela,

-        il viola per l’inganno,

-        il beige per la conformità (usato da Walter nella sua vita di tutti i giorni, fuori dal laboratorio).

Ci sono riferimenti ai colori anche nella trama e nei personaggi, dove si gioca per contrasto (ad esempio, la famiglia White vive a Negro Arroyo Lane).

I volti dei personaggi spesso non sono ben visibili, ma immersi nell’oscurità: si usa una illuminazione espressiva (come espressamente fu richiesto da Vince Gilligan). Sui volti dei personaggi ci sono forti contrasti tra luce e ombra (è dichiarata l’ispirazione a “Il Padrino”).

Un’altra scelta tipica è avere qualcosa a fuoco in primo piano e uno sfondo sfocato.

Altra ispirazione forte e dichiarata sono i “duelli di sguardi” e i campi lunghi, ispirati a Sergio Leone.

Durante i dialoghi, invece, si preferisce la prospettiva con punto di fuga centrale (cosa che faceva – benissimo – Stanley Kubrik).

Alla seconda visione, inoltre, ho fatto più caso a come si usa “l’effetto Purkinje”, che si ha in condizioni di scarsa illuminazione, dove l’occhio umano percepisce principalmente il blue.

Dicevamo.

Un annetto fa, ero nel mio periodo otaku di approfondimento sul colore e sull’acquerello. E così ho pensato: “Perché non studiare questa serie e il suo approccio alla fotografia? Di sicuro imparerò qualcosa”.

E così ho fatto.

Ho rivisto tutta la serie e per ogni episodio ho disegnato la scena che maggiormente mi ha colpito. E confermo che i direttori della fotografia (John Tool, Reynaldo Villalobos e Michael Slovis) mi hanno insegnato tanto.

Ho scritto troppo per un post in cui dovrebbero parlare le immagini. Ecco a voi i miei disegni della prima stagione di “Breaking Bad”.

 

01. Pilot, 20/01/2008

02. Cat's in the Bag..., 27/01/2008

03. ...And the Bag's in the River, 10/02/2008


04. Cancer Man, 17/02/2008

05. Gray Matter, 24/02/2008

06. Crazy Handful of Nothin', 02/03/2008

07. A No-Rough-Stuff-Type Deal, 09/03/2008

 

 

 

 

 

 

 

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