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giovedì 9 maggio 2024

[Valiant, my way] – Magnus, the robot fighter!!

 

Comics USA, anni ’90. Le Big Two (Marvel & DC) sfornavano saghe appassionanti, epiche, fighe e tamarre. Sarebbe poi arrivata la Image, fondata da artisti-star indiscussi, producendo fumetti fighissimi, appassionantissimi e tamarrissimi.

Intanto, nel 1989 muoveva i primi passi la Valiant, fondata dall’immenso Jim Shooter (licenziato dalla Marvel, di cui era – tra le altre cose – direttore editoriale… tante grazie Byrne!). Su Shooter ci sarebbe da scrivere un libro. Anzi, un fumetto. E io lo comprerei in anteprima, in duplice copia.

La Valiant propose fumetti e storie molto interessanti, mature, ben strutturate, basate su personaggi inizialmente rilevati dalla Gold Key. Poi, ci fu un lento ma inesorabile declino (passando anche per la gestione Acclaim…).

 

Torniamo a noi.


 Per quanto vorrei, non approfondirò né la figura di Shooter (o degli altri incredibili artisti coinvolti nel progetto Valiant), né le vicende (molto interessanti e significative del mercato comics USA) della casa editrice. Per carità, poi, se interessa… fatemi sapere!

Questa serie di post si propone piuttosto di esplorare il Valiant universe, e – nel mio piccolo – cercherò di proporvi come io immagino questi personaggi, tentando di darne una mia interpretazione.

Il primo post non poteva che essere dedicato a Magnus, il robot fighter!

 


 Il fumetto è ambientato nell’anno 4001, che è il vero futuro dell’universo Valiant. Dovete sapere che l’universo Valiant è tutto in continuity, su una sola linea temporale: il 1854 di Turok, il 408dC di X-O, il 1991 di Solar, il 1994 di Ninjak, il 4001 di Magnus sono tutti periodi canonici e nella stessa timeline. Tale aspetto – fortemente voluto da Shooter – è una delle cose che rende queste storie molto interessanti e (a modo loro) mature.

Questo è un futuro in cui gli umani si affidano ai robot per ogni aspetto della propria vita. Ma non tutti i robot sono buoni. Chi si occuperà di questi fetenti? Ovvio: Magnus, il mazzolatore dei robottoni!

Magnus, un orfano, è l’unico umano in grado di contrastare i robot cattivi, addestrato a sua volta da un robot (1A, che nel 3591 dopo un incidente ha acquisito la libertà di pensiero). 1A gli ha anche installato un ricevitore mentale, che consente a Magnus di sintonizzarsi sulle comunicazioni degli altri robot.

In questo futuro ci sono enormi stati continenti (Europa, Giappone, Nord Am). Il Nord Am si struttura a livelli: nel più basso ci sono i poveri “Reietti” (che hanno rifiutato la tecnologia), in alto i ricchi (che usano i robot in molti, troppi, aspetti della vita).

In realtà, editorialmente parlando, Magnus è un personaggio del 1963 (creato da un enorme Russ Manning), pubblicato dalla Gold Key (i cui diritti furono poi acquistati, con una grande intuizione, dalla Valiant di Shooter).

Le avventure della Gold Key erano ambientate nell’anno 4000, quelle della Valiant nell’anno 4001.

Nell’universo Valiant, uno dei nemici più temibili di Magnus è il robot T1. Il primo episodio di Magnus nuova gestione, parte con dei robot che recuperano alcuni suoi pezzi. Non per ricostruirlo, per loro è più che altro una “reliquia”: T1 diventa per loro un simbolo da venerare nella loro lotta di indipendenza dagli umani.

Eggià.

 


 Nella gestione Valiant, c’è una visione meno manichea della lotta umani-robot. I robot cercano ora una loro indipendenza e iniziano una lotta che forse troppo facilmente è definita “terrorista”. I robot sono sì dei terroristi, ma sono in realtà impegnati in una lotta per l’auto-determinazione. Gli umani, d’altra parte, sono corrotti e per nulla esenti da colpe. Lo stesso Magnus è un manipolatore, così come il senatore Clane (attaccato al potere) e sua figlia Leeja (legata a Magnus, e di certo non un personaggio candido).

Insomma, con Shooter si delineano scenari più ambigui, meno semplicistici e quindi più interessanti.

In più troviamo intuizioni molto fighe, come - ad esempio – la presenza di umani che si modificano con protesi robotiche per potenziarsi e migliorarsi (cosa che apriva a storie dal sapore croneberghiano). Altre piccole chicche:

  • nelle avventure iniziali (Gold Key) appaiono i Neo-Animali: animali evoluti con capacità telepatiche;
  • così come intervengono gli Outsiders, un gruppetto di ragazzini che di tanto in tanto aiuta Magnus nelle sue avventure (in pratica, la trama teen, un po’ alla Jimmy Olsen);
  • si assiste al governo che applica cure psichiche ai criminali per condizionarli a non commettere più nessun atto anti-sociale (come la “Cura Ludovico” che vedremo poi in “Arancia meccanica”).

Ci sarebbero tante cose da dire, ho una passione per questo personaggio. Ma mi fermo qui.

 


 Veniamo a come mi immagino Magnus, se dovessi farne una storia.

Per me è un fascista / suprematista della razza umana, il cui obiettivo è annientare la “razza inferiore” dei robot, supportato da un sistema politico corrotto, crudele e reazionario.

I robot, anche se colpevoli di attentati terroristi, sono impegnati nella lotta legittima per la loro libertà, ormai stufi di essere solo dei servitori senza coscienza.

Inoltre, immagino che in questo mondo dove ci sono due fazioni in lotta (robot e umani), ci sia anche spazio per scenari meno netti: robot che si innestano parti umane in modo da “mimetizzarsi” ed integrarsi nella società; oppure umani che si potenziano con protesi robotiche per migliorarsi ed “evolvere”.

 

La lore di questo fumetto non è di certo originale (gioca su temi classici della fantascienza), ma la sua realizzazione è così centrata e potente che apre le strade a storie spettacolari.

E non è detto, che prima o poi, ne farò una abusiva (of course).

Intanto, beccatevi le mie illustrazioni fatte su Magnus (alcune ispirate alle bellissime copertine degli Albi Spada, che pubblicarono le storie della Gold Key).

Alla prossima.

 


 

 


giovedì 2 maggio 2024

[Breaking Bad] – El Camino – Un disegno per ogni episodio, anche per il film

Diciamocelo subito, questo non è un film. Ma è un episodio più lungo, un epilogo, soprattutto per le vicende di Jesse.

Fatto bene, per carità. Ma resta un episodio bello, di una serie stupenda.

Perché vederlo? Perché siamo rimasti connessi con i personaggi della serie, e ne vogliamo sempre di più.

Il film è realizzato con la stessa accortezza della serie, e libera Jesse dal marciume di questi anni.

 


 El Camino, 2019